mercoledì 29 luglio 2009

Dal 3 novembre al 28 luglio


Adesso ci vuole questo!

Dunque: ieri sera c'è stata l'ultima lezione (lezione, Ary, lezione! :-) ) della Prato Gospel School... e insomma è in occasioni come queste che si fa un po' il punto della situazione,si guarda indietro, si ripensa, si medita....

Me lo ricordo ancora il 3 novembre dello scorso anno, e le chiacchiere con la Lilla incredibilmente non su qualche chat (immaginabile quella di gmail) ma proprio uno scambio fitto fitto di posta elettronica, e un invito...
Mi ricordo il timore, nell'uscire di casa, e il cuore che batteva.. no, lui non batteva sul due, faceva un po' come gli pareva, e io cercavo di adattarmi al suo tempo un po' impazzito. Impazzito, certo, perchè imbarcarsi in un'avventura come quella alla mia quasi veneranda età è un bello scherzo, e infatti manca poco morivo dal ridere...
Bene, cos'e' stato questo tempo passato ogni lunedì in un teatro nel seminterrato di una chiesa?
Penso davvero che la risposta non sia troppo semplice. Troppe cose si sono mescolate, e a volte non riesco davvero a ritorvare il bandolo di questa matassa, che mi appare sempre più inestricabile.
Dunque, il primo sentimento è la gratitudine.
Gratitudine alla Lilla, che ha insistito fino a farmi cedere, e tentare l'avventura.
Gratitudine a Leandro, perche' non è stato solo un coach-maestro-insegnante, ma piuttosto uno che ci ha camminato a fianco, e ha condiviso con noi non solo tecnica, ma anche, anzi, soprattutto, cuore e anima, in un modo che davvero non so capire, spiegare, ma so che è così. Almeno per me lo è stato. E abbiamo anche avuto tempo per diventare amici.
Gratitudine a tutta la famiglia di Leandro: Sergio, Anna, Ylenia, perchè con loro mi sono sempre sentito "di casa".
GRatitudine a tutti gli amici e amiche della scuola... per il solo fatto di esistere, perchè la scuola non è un'entità astratta, ma siamo noi, tutti noi...
Provo a ricordare tutti, ma tutti tutti...
Linda, Lilla, Giada, Angela, AnnaRita, Serena, Ylenia, FRancesco, Ciryl, Daniele, Simone, Manuel, Giordano, Dario, Sergio, Arianna, Maria, Rebecca, Serena, Paola, Elena, Alfonsina... e se qualcuno mi son perso lo riaggiungero', non me ne voglia, ma è l'età (la mia).

Che cosa ho imparato, come lezione "essenziale" della scuola? Ho imparato che ho dei limiti, tanti, e ch equando me ne trovo davanti uno vorrei scappare altrove.... o almeno questa era la mia tentazione iniziale. Adesso i limiti sono ancora tanti, ma voglio migliorare, so che posso fare meglio, con l'aiuto del "coach" e di tutti gli amici. Scoraggiarsi mai...

Abbiamo avuto tanti momenti belli, davvero, già all'inizio della scuola quando riuscivamo alla fine a mettere insieme quattro note, ed era una conquista... e il nostro primo piccolo concerto, con tanto batticuore, l'8 dicembre, insieme ai mitici Revolution, che ci hanno ospitato....e poi la lezione con Nehemiah Brown, bellissima esperienza, bellissimo regalo che ci è stato fatto...e poi, alla fine, il concerto del nostro debutto, la sera di pasqua, gioia, emozione, comunione, come qualcuno ha voluto rimarcare.... ma credo che per raccontare questo evento siano stati usati molti Mb di spazio su questo blog, e mai spazio fu meglio utilizzato....
per arrivare a tempi più recenti, i concerti in Galceti, gioia pura, entusiasmo, condivisione, impegno, e stare insieme, perche' a noi ci piace....

Ma adesso.... vorrei mettere il mio ditino su una piccola cosa.
Il coach a volte ci fa delle sorprese, di solito belle, a volte ci terrorizzano un po', ma ci adattiamo, che ci conviene sempre.
Una canzone che non avevamo mai presentato in un concerto, e sinceramente io ci pensavo, quando siamo andati al nostro ultimo concerto, il 29 giugno in San Pierino.... (fra parentesi, io acciaccato come al solito, due su quattro, sarà la maledizione del vecchio corista?), ecco la sorpresa, il coach comincia a suonare...
"I need you, you need me, we're all a part of God's body".. che per me racconta proprio il nostro stare insieme come scuola, e come coro, qualche volta....
In quel momento ho sentito fortissimo il bisogno di attualizzare cio' che stavamo cantando, perchè non erano solo parole, ma la verità che mi sentivo dentro, mi sono fatto coraggio e ho preso la mano della Maria, che stava alla mia destra, perchè davvero non potevo sentirmi solo inquel momento... la Maria mi ha guardato un po' sorpresa...ma si, dai, a sinistra avevo Manuel, ho dato la mano anche a lui, e piano piano si è formato una catena, e abbiam cantato mano nella mano, e non era mai successo, ed è stato bellissimo, davvero, ero felice come non mai.

.....Ieri sera, stessa canzone, alla fine della lezione, che strano, e non ho capito se era ancora lezione o cosa d'altro, ma... è andata che abbiamo cantato tutta la canzone abbracciati... solo il coach escluso, stava suonando il piano... ma avrei voluto davvero che fosse stato anche lui parte di questo abbraccio. Ma che dico. Lo è stato, sicuramente. Suonare il piano, penso, è uno dei modi più belli che Leandro ha per volerci bene.
GRazie, davvero, a tutti. A te, Prato Gospel School!




mercoledì 15 luglio 2009

Quando, in caso di necessità....


E' quando ti accorgi di essere più indifeso, o perchè senti le tue difese sgretolarsi, oppure perchè tu stesso lasci le tue fortificazioni, le tue mura, i tuoi fossati, i tuoi cancelli, le tue torri merlate, il tuo sicuro rifugio... è proprio allora che puoi sentire dentro di te qualcosa di nuovo, di forte, di terribilmente forte, e non sai se sia un grido, un canto o un silenzio, se sia come una lama che ti strazia, una lancia che ti colpisce, sicura, da lontano, o uno schiaffo che parte da un passo davanti a te. Non sai se sono parole, o se è soltanto il sibilo del vento, qualcuno che vuole che tu dorma, o anzi, che tu stia ben sveglio. Non sai se sia una carezza, o un bacio, una foresta in fiamme o un gelido ghiacciaio. Non sai se sia un riposo, o una fatica, sai soltanto che non puoi sopportare, non un minuto di piu', e devi trovare il modo di dire cosa sia, di gridare, di reagire, e conoscere tutte le lingue del mondo, e sapere tutte le musiche del mondo, che sappiano far uscire fuori quello che dentro non riesci a far stare...
Le tue solite medicine non ti sanno guarire, la chitarra non ti ascolta, o non ti vuol sentire, e la voce peggio che mai.

Aspetti il giorno giusto. Ormai hai imparato in quale modo la tua voce, insieme agli altri, riesce a portar lontano i tuoi pensieri, a schiarirti il cuore, a distenderti le labbra in un sorriso, finalmente.
Finalmente, puoi lasciarti andare, aprire la bocca, e lasciarti andare. Anche per questa volta ce l'ha fatta.