domenica 15 novembre 2009

Trasloco

Cari amici lettore (se ci siete!) da questo momento questo blog ospitato dalla piattaforma blogspot non verrà più aggiornato. Potrete, comunque, continuare a scrivere anche qui, continuando le conversazioni già avviate.
Comunque sia, il tutto è traslocato sulla piattaforma WORDPRESS all'indirizzo:


Arrivederci a tutti, vi aspetto!
Brandy

martedì 10 novembre 2009

Prayer.





TONY
Make of our hands one hand,
Make of our hearts one heart,
Make of our vows one last vow:
Only death will part us now.

MARIA
Make of our lives one life,
Day after day, one life.

BOTH
Now it begins, now we start
One hand, one heart;
Even death won't part us now.

Make of our lives one life,
Day after day, one life.
Now it begins, now we start
One hand, one heart,
Even death won't part us now.


lunedì 9 novembre 2009

Il colore del mare




A volte mi sento proprio cretino. Perchè guardando la superficie del mare, ammirandone i colori, in certe giornate così mutevoli, non mi so spiegare il perchè di tanta bellezza, com'è possibile che l'acqua - che è bianca, trasparente - a volte prenda consistenza come di metallo fuso, di mercurio, e tracci su di sè nuovi segni, nuove forme....
...ma guardando foto come questa si capisce meglio: il mare non fa altro che riflettere il colore del cielo, quando azzurro, quando nuvoloso, rimodellando sulla propria forma liquida e mobile le forme liquide e mobili di ciò che passa sopra di lui. Come se il mare fosse innamorato del cielo (eh, già, forse il mare se lo ricorda di essere stato anche lui nel cielo, eh!) e volesse compiacerlo in ogni modo.
A volte si sentono discorsi... mah, veramente, mi viene il dubbio...
Sembra quasi che di fronte a certe situazioni di sofferenza, di dolore delle persone che noi abbiamo vicine, attiviamo una sorta di autodifesa, e riusciamo persino a giustificare questo dicendo che in fondo è bene se facciamo fare una sana risata anche a chi sta soffrendo. Ma si, magari è vero, distraiamo dal dolore coloro che soffrono, facciamo in modo che per un attimo non sentano il morso che sta distruggendo il loro cuore...
Ho rinunciato a questa politica... si, è vero, si puo' cercare di scherzare, di ridere, ma non si deve scappare. Il mare sta sotto al cielo, e riflette i suoi colori. Tanto distante, tanto vicino.
E' facile liquidare con una battuta arguta un momento di difficoltà, di sofferenza, ma non facciamolo passare per amore.
San Paolo diceva (lettera ai Romani capitolo 12, versetto 15) "Rallegratevi con quelli che sono nella gioia; piangete con quelli che sono nel pianto. "
Occorre lasciarsi toccare, colpire dalla vita dei nostri fratelli, lasciarsi penetrare, lasciarsi ferire. Credo che solo allora potremo davvero godere i momenti di gioia, perche' saranno anche nostri, perche' ci sentiremo sempre, indissolubilmente legati ai nostri amici.






martedì 3 novembre 2009

Promesse da marinaio.

Eh, facile cadere in tentazione.... e magari uno ha passato una notte propedeutica.... però, però ho promesso, e voglio mantenere la promessa. Per cui, parlerò d'altro, se ci credete. (Anche così ci si guadagna il paradiso)

Bene, mi piace, ogni tanto, parlare di quello che cantiamo, alla Prato Gospel School (oh, ma che bello, ma che bello, ma che belloooo, ma come fate voi che non cantate con noi, come fate a campare?) e questo è il tempo di "Falling in love with Jesus".... per un sacco di buoni motivi: perchè è una bellissima canzone, e ci piace, perchè poi ha segnato anche un passaggio importante per ciascuno di noi e poi.... sai com'è, funziona sempre alla stessa maniera, la canti, la canti, cerchi di entrare in lei, ti insinui, ti spingi, e poi il risultato è che... è lei che è entrata dentro di te, e non ti dà piu' tregua, e ti risuona sempre negli orecchi, e la canti a tutte le ore del giorno e della notte.
Al supermarket"falling in love....", al centro commerciale "...whit Jesus.." camminando per strada.."....was the best thing....." dal benzinaio a fare il pieno "....I ever done..."
..... e fin qui nulla di strano, no, tutti si canta, tutti si canta dappertutto. Ma il "dramma" succede quando pensi alla seconda strofa, ascolti le registrazioni del coach che insegna cosa/come cantare, senti la voce che si piega, che si muove come il mare... e ripensi al mare, si, a vecchie storie, e davvero, per fortuna non si distingue l'acqua del mare dalle lacrime, dalla dolcezza di questo momento, e poi chissenefrega, non ho mica ammazzato qualcuno, se non riesco, non riesco a mantenere una promessa fatta forse in un momento in cui il superfabio sembrava prevalere....
Stamattina c'e' fabio senza voce, influenza varia, e posso prendermi il mio momento di debolezza, e posso lasciarmi a fare promesse da marinaio, perche' questa canzone ha una seconda strofa:

In his arms I feel protected,
in his arms never disconnected,
in his arms I feel protected,
there's no place I've rather, rather be.

...e allora ripensi davvero a quello che sei, a "dove" sei stato fino ad ora, a come la presenza del Signore nella tua vita sia davvero essenziale... In his arms I feel protected, Dio , cosa c'e' di piu' bello? Io non ho fatto nulla, e tu mi hai tenuto nelle tue braccia, io ti pensavo lontano ma tu eri con me... stranamente mi torna in mente anche un'altra canzone, oh, accidenti! "...I once was lost, but now I'm found..." ma ero io che mi ero perso, non tu.

Ma penso che sia una cosa che succede spesso, già...

Dal Salmo 139

1 Al maestro del coro. Di Davide. Salmo.

Signore, tu mi scruti e mi conosci,
2 tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo,
intendi da lontano i miei pensieri,

3 osservi il mio cammino e il mio riposo,
ti sono note tutte le mie vie.

4 La mia parola non è ancora sulla lingua
ed ecco, Signore, già la conosci tutta.

5 Alle spalle e di fronte mi circondi
e poni su di me la tua mano.

6 Meravigliosa per me la tua conoscenza,
troppo alta, per me inaccessibile.

7 Dove andare lontano dal tuo spirito?
Dove fuggire dalla tua presenza?

8 Se salgo in cielo, là tu sei;
se scendo negli inferi, eccoti.

9 Se prendo le ali dell'aurora
per abitare all'estremità del mare,

10 anche là mi guida la tua mano
e mi afferra la tua destra.

............

Un anno alla Prato Gospel School: grazia di Dio, amore di Dio. Dono che passa attraverso le mani di persone che non ho paura a chiamare fratello, sorella.

....I feel protected!

mercoledì 21 ottobre 2009

Riflessioni allo specchio

Esistono specchi che usiamo fuori casa. Per esempio, spesso le signore davanti alle vetrine dei negozi di moda scrutano la propria immagine, magari confrontandola coi manichini del negozio, con gli abiti firmati, con le scarpe impossibili, coi cappellini strani, con gli accessori, quasi sovrapponendo la propria immagine a certi specchietti per le allodole (no, via, non me ne vogliano le signore: le allodole sono splendide!!!) girandosi, rimirandosi, magari convincendo il proprio partner a far prendere un po' d'aria alla carta di credito, dato che l'occasione "è di quelle da non perdere"...
oppure, (sempre le signore) a controllare l'acconciatura, ad aggiustare riccioli ribelli, chine supra al parabrezza di qualche auto parcheggiata... per non parlare dell'uso degli specchietti retrovisori per aggiustare il trucco, per darsi, perche' no?, uno sguardo "nella pupilla degli occhi" a mo' di incoraggiamento.
Intendiamoci, anche i maschietti passano davanti allo specchio, e si fermano, magari per controllare se le rughe d'espressione sono carine come quelle di qualche personaggio televisivo...
.... E poi ci sono altri specchi. Specchi immateriali, specchi invisibili, specchi diversi, strani, quegli specchi, insomma, che ci raccontano la nostra vita così, spassionatamente, semplicemente. Specchi che possiamo anche evitare di guardare, oppure no. Specchi comunque impietosi, o forse, semplicemente, specchi davanti ai quali non si puo' cambiare espressione, decidere di mostrarsi corucciati o allegri. Specchi che ci colgono così, come uno scatto fotografico non preparato, uno di quelle foto che, se ti va di andare dal fotografo e pagare il dovuto, puo' mostrare te stesso a te stesso, senza indulgenze, ma anche senza cattiveria. La verità non è cattiva.
Dunque, mi è stata offerta una di queste foto, una di quelle che vanno oltre la "facciata", una di quelle sincere, senza fronzoli. Tieni, questo sei te. Eccoti qui.

"Bene, ti impegni nelle cose, vuoi mostrare i tuoi lati migliori, la parte piu' luminosa di te, ma così come appari semplice, presto diventi complicato, e forse incomprensibile anche a te stesso. L'aiuto degli amici spesso è determinante per uscire da situazioni nelle quali ti ha cacciato la tua distrazione, la tua mancanza di concentrazione, e puoi ripartire con slancio, e andare avanti fino alla fine."

Devo dire la verità, in questa foto mi sono riconosciuto proprio. Sono io, senza dubbio, e non c'e' nulla da recriminare.
Cambiare? Eh, anche questo vuol dire prendersi sul serio... cosa che mi farebbe bene, una volta tanto...

martedì 29 settembre 2009

Mosè e il numero 38 di via XX settembre



Lo so che sono un po' paranoico. Se devo andare in un posto, se ho un appuntamento, se per di più dovesse anche essere una cosa importante, mi alzo anche nel cuore della notte. Meglio arrivare due ore prima che 5 minuti dopo...
Giorni primo ero andato in avanscoperta, come sempre dubbioso della mia capacità di trovare il posto, e per fortuna la cosa era semplice... eccolo lì, il numero 38 di via XX settembre.

Il nostro appuntamento è alle 8,30 del mattino, in modo da poterci sistemare per bene, dato che poi l'appuntamento vero e proprio - l'evento, diciamo - dovrebbe iniziare alle 9....
... e insomma, sempre per stare sul sicuro, io e l'AnnaLisa partiamo alle 7,50, prendiamo l'autostrada e.... dopo 15 minuti siamo già a destinazione. Troviamo il parcheggio, andiamo a cercare un bar per prendere un caffe', ci facciamo del male passando davanti alle vetrine di un bellissimo negozio di strumenti musicali (vòio, vòio!) e poi facciamo i pochi passi che ci separano dal numero 38 di via XX settembre.




Arriviamo davanti al cancello, speranzosi di trovare qualcuno ad accoglierci, abbiamo l'aria un po' spersa di chi non sa bene cosa deve fare, guardiamo i campanelli, se per caso troviamo qualcosa che sia rivelatore... e proprio in quel momento un signore esce dal portone, apre i cancello, ci guarda in modo molto "interrogative - negative" e se ne va....
Mah, meno male che c'e' una panchina, almeno non dobbiamo per forza sembrare due piantoni di guardia al numero 38, ci sediamo e continuiamo a chiacchierare del fatto del giorno, di questa proposta inattesa per la Prato Gospel School, di questo invito....
Arrivano anche gli altri, anche loro un po' meravigliati del posto... mah, avremo capito male? Ma non c'e' nessuno ad aspettarci, ad accoglierci...
Dopo un tot di tempo (forse erano anche due o tre tot) e un tot (vedi tra parentesi precedente) di telefonate al nostro ospite da parte di Leandro, alla fine ....arriva....Luke, se non ricordo male... e ci dice che non è quello l'ingresso, ma un po' più indietro....mah, ci avra' indicato quel posto perchè c'era una panchina, così abbiamo aspettato comodi? Mistero!
Insomma, ci infiliamo nei meandri del Dopolavoro Ferroviario, un corridoio lungo che sembra quello di una carrozza ferroviaria, tre gradini e una porta.... Eh, ma come facciamo qui... qui non c'entriamo, lo spazio basta appena per noi....
Ci sistemiamo, attacchiamo il piano di Leandro e l'ampli di Samu (oh, mitico Samu! Lui canta con la chitarra!), le dita del coach cominciano ad andare, e noi cominciamo a cantare... la regola della scuola è quella, il coach suona e noi si canta.... dobbiamo scaldarci un pochino, oltretutto è mattina e la voce sta ancora dormendo della grossa, ma pian piano,aiutati anche dal clima che si va creando, cominciamo a funzionare... cantiamo per un quarto d'ora, poi ci fermiamo... non sappiamo bene cosa deve succedere, com'è organizzata la mattina....
E così ci prendiamo una catechesi dal pastore - Luke - (accidenti, ma la sa lunga!) su questioni che davvero ci toccano da vicino... soprattutto sul vivere la vita con fiducia, nell'amore di Dio. Perche' Egli ci provvederà ogni cosa di cui possiamo aver bisogno. Viene poi il tempo della "scuola domenicale", quello che noi chiameremmo "catechismo"... siamo ancora meravigliati, noi siamo una quindicina, della chiesa di Luke ci son forse sei o sette persone... ma ci viene ricordato la storia di Mosè, che non si fermo' appena uscito dall'Egitto a chiedere "Eh, Signore, adesso mi dici dove si deve andare, che senno' io il tuo popolo non lo schiodo di qui" e "Eh? Come? Il mar Rosso? Ma sei matto? Ci vuoi mettere in trappola tutti? Ci vuoi far annegare?" Per noi adesso è facile pensare che Mose' arriva al mar Rosso, lo divide (per la potenza di Dio) attraversa e via.. e intanto si stermina l'esercito di Faraone, questo sì, annegato.... Mosè non ha discusso. Dove? Mar Rosso? Ok, mar Rosso sia! E dove finisce la terra, dove un altro ulteriore passo significa sprofondare nel mare, il Signore interviene, e la sua opera è grande, meravigliosa.... E anche noi dobbiamo imparare ad arrivare fino all'ultimo passo, con fiducia, con amore. E' Dio che fa la strada. Noi possiamo solo seguirla. E mi viene in mente che poco tempo prima ci siamo trovati davanti ad un cancello di ferro e ad un portone chiusi, seduti su una panchina ad aspettare che qualcosa succedesse.... Grazie comunque della panchina!
L'ambiente, comunque, era molto familiare, e se non fosse stato per la fatica di ascoltare in inglese (e che inglese!) saremmo stati davvero come a casa...
bene, viene il tempo di andare a cantare, inizia il momento Praise & worship e, nonostante sia già mezzogiorno, ci mettiamo tutto il cuore, e anche un poco di piu'... basta poco, e la fiamma si accende... ecco, una cosa diversa, non era mai successo prima, non è un concerto, stiamo pregando, preghiamo noi, pregano i nostri amici nigeriani, il cuore comincia a correre... aiuto!
Non basta più cantare, non basta più tirare fuori la voce, anzi, non cantiamo forse nemmeno troppo bene, la voce a tratti si rompe, gli occhi diventano lucidi, si sente, a tratti, singhiozzare, nulla di strano, anche i miei occhi sono pieni di lacrime, ma cosa importa? Sappiamo che il Signore è li con noi, in mezzo a noi, si fa presente nella nostra vita, ci abbraccia ci consola, mentre noi ci prendiamo cura di lui, dandogli gloria.
........
No, è inutile, non riesco a raccontarlo, perche' qualunque racconto sarebbe parziale, sarebbe riduttivo. Ma ricordo anche i piccoli gesti che sono passati tra noi, in quel tempo, e son stati più di tante parole, chiari....
Ancora una volta vien da pensare che il Signore abbia un occhio di riguardo per la Prato Gospel School. Sia per il bene che ci vogliamo, sia per come Leandro riesce a farci lavorare, per le cose che cantiamo ma anche per le occasioni che ci capitano. Adesso si, adesso sappiamo di poter aspettare il futuro da mano a mano che diventa presente.

Bless the Lord, my soul!


sabato 26 settembre 2009

Prima

Ecco, questa è una di quelle cose che mi fanno sognare. E siccome i sogni son belli, a volte, ma guarda caso, poi, ci si sveglia sempre sul più bello, un pochino di apprensione, stasera, ce l'ho dentro.
Il gospel è bello. Per un sacco senza fondo di ragioni. Per i testi, i contenuti, per la semplicità e la profondità con la quale ti arriva al cuore. Nessun genere mi ha emozionato come questo, nessun genere mi ha spinto così a mettermi in relazione con gli altri, stranamente, dato che per me è sempre stato semplice stabilire che nella musica potevo trovare una strada per me verso Lui, il Signore della mia vita (scusate, preciso meglio, non vorrei che si fraintendesse questa cosa. Magari fosse così semplice, ogni giorno devo lottare, e non sempre vinco, anzi, spesso finisco la giornata con le ossa rotte e la bandiera persa, o strappata. Ma so che sono in battaglia, e la battaglia val bene la pena!). Adesso, ogni volta che mi incammino verso di Lui, cantando, mi ritrovo a fianco persone, e mi rendo conto che stiamo camminando insieme, e è vero, ognuno andiamo del nostro passo, ma sembra proprio che nessuno rimanga indietro....

Ma, appunto, un altro aspetto del gospel mi è molto caro. Il fatto che esso sia un dono di comunità spesso tanto diverse da noi, comunità che, nella maggior parte dei casi, sentiamo o potremmo sentire "staccate" "separate" chiese che seppur cristiane spesso immaginiamo lontane anni luce da noi.
Domani andremo a cantare per una comunità che non conosciamo, in una città vicina. Questo annuncio a sorpresa ci ha riempiti di gioia, io in particolare non sto più nella pelle. Ecco, quando si muovono questi passi, semplici in fondo, quando si verifica questo accostarsi quasi casuale tra persone che la prassi, la regola, la storia, la tradizione e la gerarchia ci dicono divise da noi, ecco, quando succedono queste cose, come non immaginare la mano di Dio su di noi?
Voglio pregare, stasera, perche' questo tempo possa essere davvero tempo della misericordia.
Voglio chiedere al Signore, stasera, che come ci ha dato una voce per cantare per questi nostri fratelli, ci dia anche orecchie per ascoltare, e cuore per amare, e braccia che sanno accogliere ed essere accolte. PRAISE THE LORD!