domenica 15 novembre 2009

Trasloco

Cari amici lettore (se ci siete!) da questo momento questo blog ospitato dalla piattaforma blogspot non verrà più aggiornato. Potrete, comunque, continuare a scrivere anche qui, continuando le conversazioni già avviate.
Comunque sia, il tutto è traslocato sulla piattaforma WORDPRESS all'indirizzo:


Arrivederci a tutti, vi aspetto!
Brandy

martedì 10 novembre 2009

Prayer.





TONY
Make of our hands one hand,
Make of our hearts one heart,
Make of our vows one last vow:
Only death will part us now.

MARIA
Make of our lives one life,
Day after day, one life.

BOTH
Now it begins, now we start
One hand, one heart;
Even death won't part us now.

Make of our lives one life,
Day after day, one life.
Now it begins, now we start
One hand, one heart,
Even death won't part us now.


lunedì 9 novembre 2009

Il colore del mare




A volte mi sento proprio cretino. Perchè guardando la superficie del mare, ammirandone i colori, in certe giornate così mutevoli, non mi so spiegare il perchè di tanta bellezza, com'è possibile che l'acqua - che è bianca, trasparente - a volte prenda consistenza come di metallo fuso, di mercurio, e tracci su di sè nuovi segni, nuove forme....
...ma guardando foto come questa si capisce meglio: il mare non fa altro che riflettere il colore del cielo, quando azzurro, quando nuvoloso, rimodellando sulla propria forma liquida e mobile le forme liquide e mobili di ciò che passa sopra di lui. Come se il mare fosse innamorato del cielo (eh, già, forse il mare se lo ricorda di essere stato anche lui nel cielo, eh!) e volesse compiacerlo in ogni modo.
A volte si sentono discorsi... mah, veramente, mi viene il dubbio...
Sembra quasi che di fronte a certe situazioni di sofferenza, di dolore delle persone che noi abbiamo vicine, attiviamo una sorta di autodifesa, e riusciamo persino a giustificare questo dicendo che in fondo è bene se facciamo fare una sana risata anche a chi sta soffrendo. Ma si, magari è vero, distraiamo dal dolore coloro che soffrono, facciamo in modo che per un attimo non sentano il morso che sta distruggendo il loro cuore...
Ho rinunciato a questa politica... si, è vero, si puo' cercare di scherzare, di ridere, ma non si deve scappare. Il mare sta sotto al cielo, e riflette i suoi colori. Tanto distante, tanto vicino.
E' facile liquidare con una battuta arguta un momento di difficoltà, di sofferenza, ma non facciamolo passare per amore.
San Paolo diceva (lettera ai Romani capitolo 12, versetto 15) "Rallegratevi con quelli che sono nella gioia; piangete con quelli che sono nel pianto. "
Occorre lasciarsi toccare, colpire dalla vita dei nostri fratelli, lasciarsi penetrare, lasciarsi ferire. Credo che solo allora potremo davvero godere i momenti di gioia, perche' saranno anche nostri, perche' ci sentiremo sempre, indissolubilmente legati ai nostri amici.






martedì 3 novembre 2009

Promesse da marinaio.

Eh, facile cadere in tentazione.... e magari uno ha passato una notte propedeutica.... però, però ho promesso, e voglio mantenere la promessa. Per cui, parlerò d'altro, se ci credete. (Anche così ci si guadagna il paradiso)

Bene, mi piace, ogni tanto, parlare di quello che cantiamo, alla Prato Gospel School (oh, ma che bello, ma che bello, ma che belloooo, ma come fate voi che non cantate con noi, come fate a campare?) e questo è il tempo di "Falling in love with Jesus".... per un sacco di buoni motivi: perchè è una bellissima canzone, e ci piace, perchè poi ha segnato anche un passaggio importante per ciascuno di noi e poi.... sai com'è, funziona sempre alla stessa maniera, la canti, la canti, cerchi di entrare in lei, ti insinui, ti spingi, e poi il risultato è che... è lei che è entrata dentro di te, e non ti dà piu' tregua, e ti risuona sempre negli orecchi, e la canti a tutte le ore del giorno e della notte.
Al supermarket"falling in love....", al centro commerciale "...whit Jesus.." camminando per strada.."....was the best thing....." dal benzinaio a fare il pieno "....I ever done..."
..... e fin qui nulla di strano, no, tutti si canta, tutti si canta dappertutto. Ma il "dramma" succede quando pensi alla seconda strofa, ascolti le registrazioni del coach che insegna cosa/come cantare, senti la voce che si piega, che si muove come il mare... e ripensi al mare, si, a vecchie storie, e davvero, per fortuna non si distingue l'acqua del mare dalle lacrime, dalla dolcezza di questo momento, e poi chissenefrega, non ho mica ammazzato qualcuno, se non riesco, non riesco a mantenere una promessa fatta forse in un momento in cui il superfabio sembrava prevalere....
Stamattina c'e' fabio senza voce, influenza varia, e posso prendermi il mio momento di debolezza, e posso lasciarmi a fare promesse da marinaio, perche' questa canzone ha una seconda strofa:

In his arms I feel protected,
in his arms never disconnected,
in his arms I feel protected,
there's no place I've rather, rather be.

...e allora ripensi davvero a quello che sei, a "dove" sei stato fino ad ora, a come la presenza del Signore nella tua vita sia davvero essenziale... In his arms I feel protected, Dio , cosa c'e' di piu' bello? Io non ho fatto nulla, e tu mi hai tenuto nelle tue braccia, io ti pensavo lontano ma tu eri con me... stranamente mi torna in mente anche un'altra canzone, oh, accidenti! "...I once was lost, but now I'm found..." ma ero io che mi ero perso, non tu.

Ma penso che sia una cosa che succede spesso, già...

Dal Salmo 139

1 Al maestro del coro. Di Davide. Salmo.

Signore, tu mi scruti e mi conosci,
2 tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo,
intendi da lontano i miei pensieri,

3 osservi il mio cammino e il mio riposo,
ti sono note tutte le mie vie.

4 La mia parola non è ancora sulla lingua
ed ecco, Signore, già la conosci tutta.

5 Alle spalle e di fronte mi circondi
e poni su di me la tua mano.

6 Meravigliosa per me la tua conoscenza,
troppo alta, per me inaccessibile.

7 Dove andare lontano dal tuo spirito?
Dove fuggire dalla tua presenza?

8 Se salgo in cielo, là tu sei;
se scendo negli inferi, eccoti.

9 Se prendo le ali dell'aurora
per abitare all'estremità del mare,

10 anche là mi guida la tua mano
e mi afferra la tua destra.

............

Un anno alla Prato Gospel School: grazia di Dio, amore di Dio. Dono che passa attraverso le mani di persone che non ho paura a chiamare fratello, sorella.

....I feel protected!

mercoledì 21 ottobre 2009

Riflessioni allo specchio

Esistono specchi che usiamo fuori casa. Per esempio, spesso le signore davanti alle vetrine dei negozi di moda scrutano la propria immagine, magari confrontandola coi manichini del negozio, con gli abiti firmati, con le scarpe impossibili, coi cappellini strani, con gli accessori, quasi sovrapponendo la propria immagine a certi specchietti per le allodole (no, via, non me ne vogliano le signore: le allodole sono splendide!!!) girandosi, rimirandosi, magari convincendo il proprio partner a far prendere un po' d'aria alla carta di credito, dato che l'occasione "è di quelle da non perdere"...
oppure, (sempre le signore) a controllare l'acconciatura, ad aggiustare riccioli ribelli, chine supra al parabrezza di qualche auto parcheggiata... per non parlare dell'uso degli specchietti retrovisori per aggiustare il trucco, per darsi, perche' no?, uno sguardo "nella pupilla degli occhi" a mo' di incoraggiamento.
Intendiamoci, anche i maschietti passano davanti allo specchio, e si fermano, magari per controllare se le rughe d'espressione sono carine come quelle di qualche personaggio televisivo...
.... E poi ci sono altri specchi. Specchi immateriali, specchi invisibili, specchi diversi, strani, quegli specchi, insomma, che ci raccontano la nostra vita così, spassionatamente, semplicemente. Specchi che possiamo anche evitare di guardare, oppure no. Specchi comunque impietosi, o forse, semplicemente, specchi davanti ai quali non si puo' cambiare espressione, decidere di mostrarsi corucciati o allegri. Specchi che ci colgono così, come uno scatto fotografico non preparato, uno di quelle foto che, se ti va di andare dal fotografo e pagare il dovuto, puo' mostrare te stesso a te stesso, senza indulgenze, ma anche senza cattiveria. La verità non è cattiva.
Dunque, mi è stata offerta una di queste foto, una di quelle che vanno oltre la "facciata", una di quelle sincere, senza fronzoli. Tieni, questo sei te. Eccoti qui.

"Bene, ti impegni nelle cose, vuoi mostrare i tuoi lati migliori, la parte piu' luminosa di te, ma così come appari semplice, presto diventi complicato, e forse incomprensibile anche a te stesso. L'aiuto degli amici spesso è determinante per uscire da situazioni nelle quali ti ha cacciato la tua distrazione, la tua mancanza di concentrazione, e puoi ripartire con slancio, e andare avanti fino alla fine."

Devo dire la verità, in questa foto mi sono riconosciuto proprio. Sono io, senza dubbio, e non c'e' nulla da recriminare.
Cambiare? Eh, anche questo vuol dire prendersi sul serio... cosa che mi farebbe bene, una volta tanto...

martedì 29 settembre 2009

Mosè e il numero 38 di via XX settembre



Lo so che sono un po' paranoico. Se devo andare in un posto, se ho un appuntamento, se per di più dovesse anche essere una cosa importante, mi alzo anche nel cuore della notte. Meglio arrivare due ore prima che 5 minuti dopo...
Giorni primo ero andato in avanscoperta, come sempre dubbioso della mia capacità di trovare il posto, e per fortuna la cosa era semplice... eccolo lì, il numero 38 di via XX settembre.

Il nostro appuntamento è alle 8,30 del mattino, in modo da poterci sistemare per bene, dato che poi l'appuntamento vero e proprio - l'evento, diciamo - dovrebbe iniziare alle 9....
... e insomma, sempre per stare sul sicuro, io e l'AnnaLisa partiamo alle 7,50, prendiamo l'autostrada e.... dopo 15 minuti siamo già a destinazione. Troviamo il parcheggio, andiamo a cercare un bar per prendere un caffe', ci facciamo del male passando davanti alle vetrine di un bellissimo negozio di strumenti musicali (vòio, vòio!) e poi facciamo i pochi passi che ci separano dal numero 38 di via XX settembre.




Arriviamo davanti al cancello, speranzosi di trovare qualcuno ad accoglierci, abbiamo l'aria un po' spersa di chi non sa bene cosa deve fare, guardiamo i campanelli, se per caso troviamo qualcosa che sia rivelatore... e proprio in quel momento un signore esce dal portone, apre i cancello, ci guarda in modo molto "interrogative - negative" e se ne va....
Mah, meno male che c'e' una panchina, almeno non dobbiamo per forza sembrare due piantoni di guardia al numero 38, ci sediamo e continuiamo a chiacchierare del fatto del giorno, di questa proposta inattesa per la Prato Gospel School, di questo invito....
Arrivano anche gli altri, anche loro un po' meravigliati del posto... mah, avremo capito male? Ma non c'e' nessuno ad aspettarci, ad accoglierci...
Dopo un tot di tempo (forse erano anche due o tre tot) e un tot (vedi tra parentesi precedente) di telefonate al nostro ospite da parte di Leandro, alla fine ....arriva....Luke, se non ricordo male... e ci dice che non è quello l'ingresso, ma un po' più indietro....mah, ci avra' indicato quel posto perchè c'era una panchina, così abbiamo aspettato comodi? Mistero!
Insomma, ci infiliamo nei meandri del Dopolavoro Ferroviario, un corridoio lungo che sembra quello di una carrozza ferroviaria, tre gradini e una porta.... Eh, ma come facciamo qui... qui non c'entriamo, lo spazio basta appena per noi....
Ci sistemiamo, attacchiamo il piano di Leandro e l'ampli di Samu (oh, mitico Samu! Lui canta con la chitarra!), le dita del coach cominciano ad andare, e noi cominciamo a cantare... la regola della scuola è quella, il coach suona e noi si canta.... dobbiamo scaldarci un pochino, oltretutto è mattina e la voce sta ancora dormendo della grossa, ma pian piano,aiutati anche dal clima che si va creando, cominciamo a funzionare... cantiamo per un quarto d'ora, poi ci fermiamo... non sappiamo bene cosa deve succedere, com'è organizzata la mattina....
E così ci prendiamo una catechesi dal pastore - Luke - (accidenti, ma la sa lunga!) su questioni che davvero ci toccano da vicino... soprattutto sul vivere la vita con fiducia, nell'amore di Dio. Perche' Egli ci provvederà ogni cosa di cui possiamo aver bisogno. Viene poi il tempo della "scuola domenicale", quello che noi chiameremmo "catechismo"... siamo ancora meravigliati, noi siamo una quindicina, della chiesa di Luke ci son forse sei o sette persone... ma ci viene ricordato la storia di Mosè, che non si fermo' appena uscito dall'Egitto a chiedere "Eh, Signore, adesso mi dici dove si deve andare, che senno' io il tuo popolo non lo schiodo di qui" e "Eh? Come? Il mar Rosso? Ma sei matto? Ci vuoi mettere in trappola tutti? Ci vuoi far annegare?" Per noi adesso è facile pensare che Mose' arriva al mar Rosso, lo divide (per la potenza di Dio) attraversa e via.. e intanto si stermina l'esercito di Faraone, questo sì, annegato.... Mosè non ha discusso. Dove? Mar Rosso? Ok, mar Rosso sia! E dove finisce la terra, dove un altro ulteriore passo significa sprofondare nel mare, il Signore interviene, e la sua opera è grande, meravigliosa.... E anche noi dobbiamo imparare ad arrivare fino all'ultimo passo, con fiducia, con amore. E' Dio che fa la strada. Noi possiamo solo seguirla. E mi viene in mente che poco tempo prima ci siamo trovati davanti ad un cancello di ferro e ad un portone chiusi, seduti su una panchina ad aspettare che qualcosa succedesse.... Grazie comunque della panchina!
L'ambiente, comunque, era molto familiare, e se non fosse stato per la fatica di ascoltare in inglese (e che inglese!) saremmo stati davvero come a casa...
bene, viene il tempo di andare a cantare, inizia il momento Praise & worship e, nonostante sia già mezzogiorno, ci mettiamo tutto il cuore, e anche un poco di piu'... basta poco, e la fiamma si accende... ecco, una cosa diversa, non era mai successo prima, non è un concerto, stiamo pregando, preghiamo noi, pregano i nostri amici nigeriani, il cuore comincia a correre... aiuto!
Non basta più cantare, non basta più tirare fuori la voce, anzi, non cantiamo forse nemmeno troppo bene, la voce a tratti si rompe, gli occhi diventano lucidi, si sente, a tratti, singhiozzare, nulla di strano, anche i miei occhi sono pieni di lacrime, ma cosa importa? Sappiamo che il Signore è li con noi, in mezzo a noi, si fa presente nella nostra vita, ci abbraccia ci consola, mentre noi ci prendiamo cura di lui, dandogli gloria.
........
No, è inutile, non riesco a raccontarlo, perche' qualunque racconto sarebbe parziale, sarebbe riduttivo. Ma ricordo anche i piccoli gesti che sono passati tra noi, in quel tempo, e son stati più di tante parole, chiari....
Ancora una volta vien da pensare che il Signore abbia un occhio di riguardo per la Prato Gospel School. Sia per il bene che ci vogliamo, sia per come Leandro riesce a farci lavorare, per le cose che cantiamo ma anche per le occasioni che ci capitano. Adesso si, adesso sappiamo di poter aspettare il futuro da mano a mano che diventa presente.

Bless the Lord, my soul!


sabato 26 settembre 2009

Prima

Ecco, questa è una di quelle cose che mi fanno sognare. E siccome i sogni son belli, a volte, ma guarda caso, poi, ci si sveglia sempre sul più bello, un pochino di apprensione, stasera, ce l'ho dentro.
Il gospel è bello. Per un sacco senza fondo di ragioni. Per i testi, i contenuti, per la semplicità e la profondità con la quale ti arriva al cuore. Nessun genere mi ha emozionato come questo, nessun genere mi ha spinto così a mettermi in relazione con gli altri, stranamente, dato che per me è sempre stato semplice stabilire che nella musica potevo trovare una strada per me verso Lui, il Signore della mia vita (scusate, preciso meglio, non vorrei che si fraintendesse questa cosa. Magari fosse così semplice, ogni giorno devo lottare, e non sempre vinco, anzi, spesso finisco la giornata con le ossa rotte e la bandiera persa, o strappata. Ma so che sono in battaglia, e la battaglia val bene la pena!). Adesso, ogni volta che mi incammino verso di Lui, cantando, mi ritrovo a fianco persone, e mi rendo conto che stiamo camminando insieme, e è vero, ognuno andiamo del nostro passo, ma sembra proprio che nessuno rimanga indietro....

Ma, appunto, un altro aspetto del gospel mi è molto caro. Il fatto che esso sia un dono di comunità spesso tanto diverse da noi, comunità che, nella maggior parte dei casi, sentiamo o potremmo sentire "staccate" "separate" chiese che seppur cristiane spesso immaginiamo lontane anni luce da noi.
Domani andremo a cantare per una comunità che non conosciamo, in una città vicina. Questo annuncio a sorpresa ci ha riempiti di gioia, io in particolare non sto più nella pelle. Ecco, quando si muovono questi passi, semplici in fondo, quando si verifica questo accostarsi quasi casuale tra persone che la prassi, la regola, la storia, la tradizione e la gerarchia ci dicono divise da noi, ecco, quando succedono queste cose, come non immaginare la mano di Dio su di noi?
Voglio pregare, stasera, perche' questo tempo possa essere davvero tempo della misericordia.
Voglio chiedere al Signore, stasera, che come ci ha dato una voce per cantare per questi nostri fratelli, ci dia anche orecchie per ascoltare, e cuore per amare, e braccia che sanno accogliere ed essere accolte. PRAISE THE LORD!

martedì 15 settembre 2009

Ai miei amici




E' vero, bisogna voler bene a tutti, possibilmente. Assolutamente non volere il male di qualcuno.
Ma ai miei amici voglio un bene particolare. Quello che ti senti nascere dentro, e non sai da dove viene, e ti domandi, a volte, se non sei un po' fuori dai limiti di età per sentire dentro certe cose, per aver voglia di sentire accanto a te un amico, una amica, che cammina accanto a te.
Adesso che gli spazi del mio blog si sono un po' allargati mi fa piacere prendere un po' di tempo per parlare con loro. Non me ne vogliano i miei lettori occasionali, se esistono. Anzi, ho piacere di condividere anche con loro questo mio sentirmi completo, pieno della vita di coloro che condividono la loro, in qualche modo (e non è sempre lo stesso modo), con me.
E' bello, poi, accorgersi che per quanto siamo stati titubanti, dubbiosi, all'inizio della nostra conoscenza, col passare del tempo abbiamo sempre meno difficoltà ad affidarci agli altri, a non nasconderci, a svelarci, e magari non nei grandi segreti della vita che ognuno porta con se, ma nello scoprire l'importanza delle nostre giornate, del nostro quotidiano, del nostro continuo confrontarci con la vita, col nostro cadere e rialzarsi, col nostro cedere e lottare, con lo scoprirsi insieme una forza che non si immaginava... perchè, alla fine, "io con te posso farcela".

Post stupido, questo. Forse si, ma non so dire, non so trovare parole, e in questo momento nemmeno posso abbracciare nessuno....
A tutti voi dico che vi voglio bene, tantissimo. Il di piu' cher vorrei dirvi, l'incoraggiamento che vorrei darvi per la vostra vita, in questo momento non esce fuori. Spero che possiate capire, spero che mi perdonerete. Con tante parole che dico sempre adesso mi mancano quelle per voi...

A chi per me è e sarà dono della premura di Dio per me il mio grazie più grande.

domenica 30 agosto 2009

Primo giorno di scuola


Ecco qui, stavolta comincio proprio dall'inizio. Martedì prossimo riapre i battenti la nostra scuola (beh, insomma, la scuola che io altri amici frequentiamo), la PRATO GOSPEL SCHOOL.
La prima cosa da dire è: "Uffa, era l'ora!"... strano, per una scuola, che anche un mese di chiusura venga percepito come sicuramente eccessivo, veramente non necessario, assolutamente indesiderato.... Purtroppo ne avevo avuto un'avvisaglia non molto tempo fa: nel mese di luglio abbiamo fatto una settimana di stop, a causa di impegni assolutamente importanti e inderogabili del nostro coach, Leandro, e sembrava non dovesse finire più....
Che vi devo dire, forse dipende dal famoso detto "il Signore manda il freddo secondo i panni", oppure dall'altro famoso detto "Can che abbaia non morde... o era non dorme"?... no questo non c'entra nulla... voglio dire, forse "nell'attico" si sono impietositi... guarda questo qui com'e' indietro ("come la martinicca" si direbbe a Prato) figurati se la scuola non gli dovesse nemmen garbare troppo...e chi ce lo piglia a cantare qui da noi, poi, quando verrà il momento? Per cui grazie all'abitante del "Piano Più Alto" per questa botta di misericordia...

Ma, sempre per misericordia dal Piano Più Alto, sia perchè Leandro, il Coach, vede e provvede, siamo riusciti a non restare a secco di gospel in questo mese di agosto, e siamo potuti andare, alcuni di noi, a sentire e anche a fare un tifo davvero terribile a ben due concerti, e il secondo è stato davvero fantastico....

Adesso, appunto, ricomincia la scuola. Il salone teatro riapre i battenti martedì prossimo e potremo riprendere a riempirci di gioia, e a faticare, a cantare, a saltellare qua e la'.
Il 12 avremo anche un concerto.... si comincia presto!
Sono felice, davvero. Questa è la cosa che mi piace fare, che mi riscalda dentro. Qui ci sono i miei amici, e guarda caso sono tutte persone che conosco da poco tempo. Un po' come cambiare città... o forse solo come scoprire un nuovo mondo.
Dai, mancano solo due giorni!

mercoledì 29 luglio 2009

Dal 3 novembre al 28 luglio


Adesso ci vuole questo!

Dunque: ieri sera c'è stata l'ultima lezione (lezione, Ary, lezione! :-) ) della Prato Gospel School... e insomma è in occasioni come queste che si fa un po' il punto della situazione,si guarda indietro, si ripensa, si medita....

Me lo ricordo ancora il 3 novembre dello scorso anno, e le chiacchiere con la Lilla incredibilmente non su qualche chat (immaginabile quella di gmail) ma proprio uno scambio fitto fitto di posta elettronica, e un invito...
Mi ricordo il timore, nell'uscire di casa, e il cuore che batteva.. no, lui non batteva sul due, faceva un po' come gli pareva, e io cercavo di adattarmi al suo tempo un po' impazzito. Impazzito, certo, perchè imbarcarsi in un'avventura come quella alla mia quasi veneranda età è un bello scherzo, e infatti manca poco morivo dal ridere...
Bene, cos'e' stato questo tempo passato ogni lunedì in un teatro nel seminterrato di una chiesa?
Penso davvero che la risposta non sia troppo semplice. Troppe cose si sono mescolate, e a volte non riesco davvero a ritorvare il bandolo di questa matassa, che mi appare sempre più inestricabile.
Dunque, il primo sentimento è la gratitudine.
Gratitudine alla Lilla, che ha insistito fino a farmi cedere, e tentare l'avventura.
Gratitudine a Leandro, perche' non è stato solo un coach-maestro-insegnante, ma piuttosto uno che ci ha camminato a fianco, e ha condiviso con noi non solo tecnica, ma anche, anzi, soprattutto, cuore e anima, in un modo che davvero non so capire, spiegare, ma so che è così. Almeno per me lo è stato. E abbiamo anche avuto tempo per diventare amici.
Gratitudine a tutta la famiglia di Leandro: Sergio, Anna, Ylenia, perchè con loro mi sono sempre sentito "di casa".
GRatitudine a tutti gli amici e amiche della scuola... per il solo fatto di esistere, perchè la scuola non è un'entità astratta, ma siamo noi, tutti noi...
Provo a ricordare tutti, ma tutti tutti...
Linda, Lilla, Giada, Angela, AnnaRita, Serena, Ylenia, FRancesco, Ciryl, Daniele, Simone, Manuel, Giordano, Dario, Sergio, Arianna, Maria, Rebecca, Serena, Paola, Elena, Alfonsina... e se qualcuno mi son perso lo riaggiungero', non me ne voglia, ma è l'età (la mia).

Che cosa ho imparato, come lezione "essenziale" della scuola? Ho imparato che ho dei limiti, tanti, e ch equando me ne trovo davanti uno vorrei scappare altrove.... o almeno questa era la mia tentazione iniziale. Adesso i limiti sono ancora tanti, ma voglio migliorare, so che posso fare meglio, con l'aiuto del "coach" e di tutti gli amici. Scoraggiarsi mai...

Abbiamo avuto tanti momenti belli, davvero, già all'inizio della scuola quando riuscivamo alla fine a mettere insieme quattro note, ed era una conquista... e il nostro primo piccolo concerto, con tanto batticuore, l'8 dicembre, insieme ai mitici Revolution, che ci hanno ospitato....e poi la lezione con Nehemiah Brown, bellissima esperienza, bellissimo regalo che ci è stato fatto...e poi, alla fine, il concerto del nostro debutto, la sera di pasqua, gioia, emozione, comunione, come qualcuno ha voluto rimarcare.... ma credo che per raccontare questo evento siano stati usati molti Mb di spazio su questo blog, e mai spazio fu meglio utilizzato....
per arrivare a tempi più recenti, i concerti in Galceti, gioia pura, entusiasmo, condivisione, impegno, e stare insieme, perche' a noi ci piace....

Ma adesso.... vorrei mettere il mio ditino su una piccola cosa.
Il coach a volte ci fa delle sorprese, di solito belle, a volte ci terrorizzano un po', ma ci adattiamo, che ci conviene sempre.
Una canzone che non avevamo mai presentato in un concerto, e sinceramente io ci pensavo, quando siamo andati al nostro ultimo concerto, il 29 giugno in San Pierino.... (fra parentesi, io acciaccato come al solito, due su quattro, sarà la maledizione del vecchio corista?), ecco la sorpresa, il coach comincia a suonare...
"I need you, you need me, we're all a part of God's body".. che per me racconta proprio il nostro stare insieme come scuola, e come coro, qualche volta....
In quel momento ho sentito fortissimo il bisogno di attualizzare cio' che stavamo cantando, perchè non erano solo parole, ma la verità che mi sentivo dentro, mi sono fatto coraggio e ho preso la mano della Maria, che stava alla mia destra, perchè davvero non potevo sentirmi solo inquel momento... la Maria mi ha guardato un po' sorpresa...ma si, dai, a sinistra avevo Manuel, ho dato la mano anche a lui, e piano piano si è formato una catena, e abbiam cantato mano nella mano, e non era mai successo, ed è stato bellissimo, davvero, ero felice come non mai.

.....Ieri sera, stessa canzone, alla fine della lezione, che strano, e non ho capito se era ancora lezione o cosa d'altro, ma... è andata che abbiamo cantato tutta la canzone abbracciati... solo il coach escluso, stava suonando il piano... ma avrei voluto davvero che fosse stato anche lui parte di questo abbraccio. Ma che dico. Lo è stato, sicuramente. Suonare il piano, penso, è uno dei modi più belli che Leandro ha per volerci bene.
GRazie, davvero, a tutti. A te, Prato Gospel School!




mercoledì 15 luglio 2009

Quando, in caso di necessità....


E' quando ti accorgi di essere più indifeso, o perchè senti le tue difese sgretolarsi, oppure perchè tu stesso lasci le tue fortificazioni, le tue mura, i tuoi fossati, i tuoi cancelli, le tue torri merlate, il tuo sicuro rifugio... è proprio allora che puoi sentire dentro di te qualcosa di nuovo, di forte, di terribilmente forte, e non sai se sia un grido, un canto o un silenzio, se sia come una lama che ti strazia, una lancia che ti colpisce, sicura, da lontano, o uno schiaffo che parte da un passo davanti a te. Non sai se sono parole, o se è soltanto il sibilo del vento, qualcuno che vuole che tu dorma, o anzi, che tu stia ben sveglio. Non sai se sia una carezza, o un bacio, una foresta in fiamme o un gelido ghiacciaio. Non sai se sia un riposo, o una fatica, sai soltanto che non puoi sopportare, non un minuto di piu', e devi trovare il modo di dire cosa sia, di gridare, di reagire, e conoscere tutte le lingue del mondo, e sapere tutte le musiche del mondo, che sappiano far uscire fuori quello che dentro non riesci a far stare...
Le tue solite medicine non ti sanno guarire, la chitarra non ti ascolta, o non ti vuol sentire, e la voce peggio che mai.

Aspetti il giorno giusto. Ormai hai imparato in quale modo la tua voce, insieme agli altri, riesce a portar lontano i tuoi pensieri, a schiarirti il cuore, a distenderti le labbra in un sorriso, finalmente.
Finalmente, puoi lasciarti andare, aprire la bocca, e lasciarti andare. Anche per questa volta ce l'ha fatta.





sabato 20 giugno 2009

Improvviso.




A volte è utile trovare qualcuno che ti fa cambiare prospettiva. Quando pensi di essere tu quello bravo a fare certe cose, quello che ha una sensibilità speciale, quello che si mette in gioco, quello che non ha paura di fare un upgrade ad un'amicizia...
Sei tu, che ti danno fastidio i gesti falsi, preparati. Quando vedi un conoscente che si avvicina, e già da 5 metri di distanza comincia ad alzare il braccio sinistro, come se arrivare alla mia spalla dovesse essere una grande fatica, un arduo impegno, un gesto imposto da una volontà ferrea. Un abbraccio programmato, pensato ancora prima di arrivare "a portata".
Che me ne faccio, pensi, che me ne faccio? Un abbraccio non è una cosa qualunque, un gesto di circostanza. Non riesco a viverlo così, non ce la faccio. Così come mi addolora un abbraccio respinto, un abbraccioo che vorrei dare, ma non posso, e magari con un gesto così semplice vorrei dire molto più di quello che riescono a dire le parole. Un abbraccio è bellissimo.
Proprio per questo a me occorre tempo, forse è che sto invecchiando, o chissà cosa, non lo so. Sto diventando riservato, vivo male certi momenti, che ci vuoi fare, così è.
Ma mi commuovo per un abbraccio che vedo. Penso alla forza che si sprigiona in quel momento,, al calore, all'affetto, e a tutto quello che si vuol significare, e non sempre importa dirlo. Perchè è come volersi compenetrare nella vita dell'altro, un far capire che ci sei, così come le tue braccia si stringono alle spalle del tuo amico, della tua amica, così vorresti che i tuoi pensieri prendessero il volo, che il tuo cuore prendesse il volo, per stare sempre con la persona che abbracci.

Ci sono muri che non so abbattere, e sebbene mi facciano soffrire, me li devo tenere.
La mia lezione - gratuita - l'ho ricevuta una notte di metà novembre.
Una nuova conoscenza, la terza volta che ci vediamo e alla fine parliamo delle cose che riteniamo importanti, ci lasciamo un po' coinvolgere dalle parole, forse diciamo di più di quello che avremmo voluto, di quello che avremmo mai immaginato di dire. Dieci minuti di parole in libertà, e poi tempo di salutarci.
"Buonanotte, ci vediamo" "Buonanotte". Mi avvio verso la mia auto, ho fatto pochi passi, sento chiamare il mio nome, torno indietro. "Dimmi, cosa c'è?" "Ti volevo abbracciare".
Meraviglia, in quel momento, ma ho capito. Non sempre i miei tempi sono i tempi giusti. A volte bisogna fidarsi, e non dare niente per scontato. E mi domando: a chi mi ha abbracciato, quella sera, quanto coraggio è servito?
E' venuto poi il tempo di spiegare, o di cercare di spiegare, perchè non è semplice. Ancora oggi siamo un po' stupiti.
Per quanto mi riguarda, per una volta le regole si sono rovesciate. Pensavo che un abbracio fosse come una certificazione di un dato accertato, di un'amicizia consolidata. Stavolta, invece, è stata una porta che si è aperta, un'amicizia che è nata.
Una cosa preziosa.

sabato 13 giugno 2009

Dona nobis pacem


Eh, sono due giorni che vorrei scrivere sto benedetto post, e non ci riesco. Troppe cose, e tutte insieme. Troppe emozioni, troppa gioia, amicizia, affetto... e musica, musica da tutte le parti. Tanto lo so, contro la musica non c'e' storia, vince sempre lei, riesce sempre a descrivere ogni attimo, ogni pensiero, ogni desiderio, ogni preghiera. Riesce sempre ad entrarmi dentro, a volte in modo direi quasi subdolo, a volte apertamente, a cambiarmi le giornate, le ore, i minuti, a riempirmi e a svuotarmi così semplicemente, così facilmente, che non mi rendo nemmeno conto. Non so come faccia, ma lo fa. Riesce a mettere un accento speciale alle persone che incontro - e in effetti in questa occasione parrebbe proprio che non fosse necessario. Silvia e Francesco sono davvero persone speciali, e Giuseppe, in ogni caso, si presenta da solo, e trova il proprio posto nel cuore delle persone che incontra - la musica, dicevo, riesce a dare una profondità diversa, una vividezza, un senso di familiarità, di condivisione di fronte ai quali non riesco mai a rimanere insensibile. Stavolta, poi.... mission impossible! Le serate iniziavano sempre con la canzone dedicata a Giuseppe, cantata da tutti i cori presenti, insieme, e questo serviva a rimettere a fuoco le ragioni, le emozioni, le necessità, i desideri, i pensieri, i progetti che hanno spinto la Fondazione Giuseppe Tomasello Onlus ad inventare questa bellissima manifestazione, "Tessuti Sonori" primo Memorial Giuseppe Tomasello. ...Il Coach ci ha caricati bene, bisogna dirlo (e bisogna ovviamente dire anche che lui si chiama sempre Leandro), e quando è stato il nostro turno sul palco... penso che stavamo davvero per esplodere. Difficile, come sempre, descrivere un concerto dalla parte di un corista. Il cuore, effettivamente, se ne va per quelle strade che conosce solo lui, e cosa si deve fare, se non lasciarlo fare, e cercare di far uscire la voce.... Stavolta, stavolta in particolare, è successa una cosa davvero strana. Ho pregato per tutto il tempo del concerto, prima, durante e dopo ogni pezzo. Sempre. Ero felice, felice come non mai, mi sentivo pieno, completo, guardavo i mie amici della scuola, guardavo il coach, e sentivo dentro di me un senso di sicurezza, di tranquillità, che non avrei mai immaginato. Vedevo volti felici, sentivo che stavamo facendo insieme qualcosa di importante. Importante per noi, certo, ma stavolta non solo per noi.... La serata è finita con la splendida performance del maestro Nehemiah H. Brown, che ha diretto tutti i partecipanti in un breve, intensissimo concerto, bello, e che ha fatto bene al cuore, che a momenti è davvero andato dritto al bersaglio.... Stamattina mi sono alzato con una tranquillità strana. Mi sono messo a fare le cose che dovevo, ho preso l'auto.. e ho iniziato a cantare... nulla di nuovo, canto sempre in macchina, quando sono da solo... ma ci è voluto del tempo per farmi capire che stavo cantando qualcosa di diverso dal solito... una cosa nuova, e lì per lì non riuscivo a capire...
"Lord, we pray, dona nobis pacem"

Su queste poche parole ci sarebbe tanto da dire. Ci sarebbe da dire che il maestro Brown ha usato due lingue diverse, una moderna, una antica, come a voler dire che è un messaggio per tutti i tempi, per tutte le persone, che questo desiderio di pace è comune a tutti... e viene alla mente che Gesù risorto salutò i discepoli con queste parole: "Pace a voi"....e per essere sicuro che avessero capito, le ripetè due volte.
Il cielo lo sa che abbiamo bisogno di pace, che abbiamo bisogno dell'amore di Dio per andare avanti, e non solo che non ci sia guerra, ma che possiamo sentire dentro di noi quel senso di completezza, di dono perfetto, quel senso di rinnovamento continuo, di sentire quando abbiamo sete lo scorrere delle acque tranquille, quando abbiamo paura la presenza del Padre, quando ci sentiamo soli la presenza di Gesù accanto a noi. Di capire che le persone sono davvero un dono per noi....
Un grazie davvero sentito a tutti quelli che hanno condiviso con noi questa esperienza: il maestro Nehemiah Brown, Leandro, il nostro "Coach", ogni singolo corista, Silvia, Francesco, Giuseppe, splendida famiglia, gli altri cori partecipanti, tutti coloro che hanno collaborato in qualche modo a queste due splendide serate, e coloro che sono intervenuti, che ci hanno ascoltati, che hanno battoto le mani con noi, che hanno cantato, che hanno riso, che si sono commossi.
Lord, we pray, dona nobis pacem!

mercoledì 10 giugno 2009

Foto di proprietà della Fondazione Giuseppe Tomasello Onlus

Questo è il testo della canzone che canteremo insieme, la canzone attraverso la quale abbiamo conosciuto Giuseppe, la canzone che ci ha aiutati a volergli bene.

Padre nostro che sei nei cieli
veglia sui bambini
dacci il pane nostro, Dio;
che il tuo Regno venga
che la volontà si compia, la tua,
in questa terra.

La mia preghiera è tua,
sorridi ed è poesia per me, per me...

Padre ascolta la nostra voce e luce
nel dolore segui sempre i figli tuoi
fa' che la sua forza alimenti la speranza,
perdona chi non comprenderà.

Las mia preghiera è tua,
sorridi ed è poesia per me, per me...

Liberaci dal male, liberaci dal male,
Amen, amen!

[testo di Sandra Von Borries]
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(la foto è tratta dal sito della Fondazione Giuseppe Tomasello Onlus .
I contenuti di questo articolo sono comunque soggetti ad approvazione della Fondazione Giuseppe Tomasello Onlus, la quale potrà in ogni momento richiedere la cancellazione dell'intero articolo o di parte di esso)

sabato 6 giugno 2009

It rains, again


Avevo un appuntamento con Sergio, stasera, presso la villa Fiorelli nel nostro parco di Galceti.
Che ve lo dico a fare, il tempo non era una gran meraviglia, avevo lasciato la macchina nel parcheggio fuori dal grande cancello e mi ero incamminato nel parco, lungo il viale.
Eh, si, c'e' sempre una strada da fare, un percorso da accettare. Muoversi. Un passo dopo l'altro.
E' buffo. Sei in macchina, e la pioggia non ti interessa, ma non per questo piove di meno. E' stano, sei nella tua casa e sei circondato di tecnologia, e pare che tutto sia fatto di cemento, vetro, alluminio... ma gli alberi nel parco sono veri, e continuano a crescere, sia che tu li veda sia che tu non li veda....
Insieme a Sergio, presidente dell'associazione della quale fa parte la scuola gospel di cui spesso parlo, c'erano anche Silvia e Francesco, la mamma e il babbo di Giuseppe, per il quale canteremo l'10 e l'11 prossimi.
Ok, anche questa è una cosa strana. Come ho già raccontato, parteciperemo ad un evento per raccogliere fondi in favore della ricerca... si, è vero. Ma io so che canterò per Giuseppe.
.....
A volte ci facciamo intorno un muro di... insensibilità? no, non credo. Penso proprio che ci tappiamo le orecchie, che non vogliamo sentire, che non vogliamo lasciarci ferire dalla verità... da quegli eventi che potevano averci toccato direttamente, e non l'hanno fatto, da quelle spade affilate che chissà come siamo riusciti ad evitare.
Bisogna dire, però, che a volte ci passano davvero vicino. Così vicino che sentiamo lo spostamento d'aria....
La mia figlia maggiore era una bambina quando volò due piani di scale... bel volo, non c'e' che dire, e gli effetti potevano davvero essere terribili. Ma è andata bene, Qualcuno ci ha messo una mano....è andata bene, incredibilmente.
...
Ieri sera tornato a casa dopo aver scansato vari inizi di pioggia, sono riuscito finalmente a trovare, nel sito della Fondazione Giuseppe Tomasello Onlus, la sezione video...
Purtroppo - o forse per fortuna, non so - a volte le parole finiscono. Io non so cosa dire, come dirlo, e non so spiegarlo nemmeno a me stesso, e riesco ancora a piangere, senza vergogna.
Si, canterò per te Giuseppe. perchè nessuno chiuda gli occhi di fronte al male che non gli è toccato, perchè nessuno si giri dall'altra parte pensando che per fortuna lui non c'entra. Per tutti quelli che non vogliono lasciarsi ferire dalla verità, per quelli che tengono il volume dello stereo alto per non sentire il rumore di quelli che soffrono.
Canterò per te, ok, e avrò in mente il tuo viso, il tuo sorriso, la tua dolcezza. Rivedrò le coccole dei tuoi genitori, dei tuoi amici, e mi rimarrà dentro il desiderio di darti un bacio, di farti una carezza, di accompagnarti, di stare con te.
Forza, adesso. Bisogna essere pronti.

martedì 2 giugno 2009

It rains


Giugno ci sta facendo uno strano scherzo. Dopo un maggio caldissimo, l'aria si è chiusa in se stessa, tremante, e guarda le nuvole che corrono nel cielo senza posa. Ogni tanto uno spruzzo d'acqua, un turbine di vento...
Sono in casa, porte e finestre chiuse, e sto ascoltando la registrazione della lezione-prova di Nehemiah Brown. Stiamo preparando, infatti, con (quasi) tutti i cori gospel di Prato un evento in favore della Fondazione Giuseppe Tomasello
...ma veramente non me la sento di parlarne. Cerco, insieme agli altri di dare il mio contributo cantando, impegnandomi nelle prove, cercando di far uscire dalla gola quello che sta nascosto dentro. Certo è che le canzoni che stiamo imparando sono davvero molto belle, e il maestro Brown riesce a farcele assaporare davvero, a creare questo percorso da fuori a dentro, e ancora fuori. Capire, assaporare, cantare, condividere.
E allora, emozioni tante, tante davvero... e scusate, ma io sono convinto che le emozioni siano una ricchezza della vita, e non riesco a rifiutarle, a respingerle, a fare il duro, il freddo...
Emozioni tante, dicevo, ma a una cosa non resisto, non resisto proprio.
All'Eliduin, Lilla per gli amici, sorella per me, è stata affidata una parte da solista.
Ogni volta che l'ascolto cantare, non so perchè, mi associo a questa pazza stagione.
It rains.

venerdì 22 maggio 2009

Give glory to God, Saints!


Questa canzone è una cosa strana. Forse ci mettiamo un po' più del previsto a capirla, ad apprezzarne le dinamiche, a mettere insieme testo e melodia, facendoli diventare una sola cosa, come in un matrimonio ben riuscito, "impastandoci dentro", lasciandoci amalgamare, lasciandola entrare dentro di noi, dato che non sappiamo quale sia la strada per entrare dentro di lei.
Eppure, penso che sia quella la strada giusta. Bussare, bussare, ripetere, ripetere; e chiedere:"Per favore, lasciami entrare." Voglio essere io a capire te, e non il contrario".
E continua il nostro lavoro, alla Prato Gospel School, il ripetere, ripetere, ripetere, e forse non è ancora abbastanza, perchè io non sento la stanchezza, la noia... e non uso il noi perchè non mi pare corretto, ma è vero, nessuno si tira indietro. Continuiamo a ripetere, a seguire le indicazioni del Coach, a piegare la testa rinunciando a quello che abbiamo in mente, a cercare una strada comune che ci porti insieme dentro a questo nuovo pezzo.

Il Coach ci aiuta, ci spinge, ci incita a capire il senso di quello che cantiamo, perchè, lo sappiamo, se non capiamo non possiamo cantare, e diventiamo soltanto vuoti contenitori di niente.
Il titolo è un po' un trabocchetto. "Date gloria a Dio, Santi" , per continuare con "He's worthy of the praises" e infine "Lift all hands, Saints" e cioè "Egli è degno di lode, alzate le mani in preghiera, santi!" , come se la cosa non ci appartenesse, non ci riguardasse. Fatelo voi, santi, fatelo voi!

Ripensando a queste cose, a casa, ascolto la registrazione, vorrei davvero farmela passare dentro, sento una grande forza che si sprigiona da noi, mentre cantiamo. E mi torna alla memoria il motivo che sta alla base di tutto. Non abbiamo niente da delegare. Siamo noi stessi "santi di Dio" scelti da lui, separati. Santi.
"Paolo e Timoteo, servi di Cristo Gesù, a tutti i santi in Cristo Gesù che sono a Filippi, con i vescovi e i diaconi. " *
Qui i santi non sono quelli dell'iconografia classica, ma sono uomini, donne, bambini, vecchi, sono i credenti, i fedeli, i... chiamateli come vi pare. Siamo noi. Noi in cammino, noi imperfetti, noi peccatori alla ricerca della santità, e per questo già santi. Perchè percorriamo una strada nuova, sconosciuta, piena di mistero, una strada che facciamo andando incontro al nostro Dio, ma anche una strada che facciamo avendo Lui che cammina al nostro fianco, come i discepoli di Emmaus.
Allora, appare chiaro che sono parole che diciamo prima di tutto a noi stessi, è un invito da noi e per noi. Potremmo dire che siamo invitati dal Coach (che si chiama ancora Leandro, cosa pensavate?) a dare gloria a Dio, a lodarlo, ad alzare le mani verso di Lui nella preghiera, nell'adorazione.... e il nostro compito sia quello di invitare coloro che ci ascoltano a cantare con noi, perchè davvero la nostra voce arrivi fino al cielo, e i santi - quelli del paradiso - cantino con noi.

Oggi, proprio oggi che sono passati già 4 giorni da quella registrazione, ascoltando per l'ennesima volta (perchè non si ascolta mai bene, e qualcosa mi distrae sempre) alla fine si sente una voce: "bello!" e un'altra ripete:"bello, davvero bello", e le voci si sommano, "bello" "bello"... non me n'ero accorto, ma mi sono emozionato di questa parola che è corsa sulle nostre bocche, senza che nessuno l'avesse richiesta, evocata. Sì, bello, bello davvero! E un commento, alla fine, sembrava voler dire la meraviglia di questa scoperta, perchè non sappiamo cosa ci ha toccati dentro, ma è successo. Forse, davvero, abbiamo sentito i santi del cielo cantare insieme ai santi della terra.
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*Lettera di San Paolo ai Filippesi 1,1

domenica 10 maggio 2009

Fuori dai denti


Volevo scrivere un post di quelli un po' arrabbiati - con me stesso, ovviamente - perchè quello che è uscito fuori nel post "A noi la tastiera, Prato Gospel School" mi ha scosso molto. E' stata una sorpresa scoprire anche questo desiderio di comunicare, questo mettersi in piazza, abbassare le difese. Scoprire tanta forza, e tanta delicatezza.
Sono orgoglioso di avere amici così.
Sono grato verso tutti e ciascuno di loro.
Non trovo davvero le parole che vorrei. Pazienza. E' ora che impari ad averne.

sabato 25 aprile 2009

A NOI la tastiera, Prato Gospel School!

nota breve (by Brandy)

Il Coach è sempre il Coach e ogni suo desiderio è un ordine (che ruffiano che sono!). Il titolo è cambiato, come richiesto. Mi sa che questo comporterà anche qualcos'altro, che volevo vedere di evitare.... ma insomma..... mica si può dirigere tutto, no? E poi mi piace la piega che ha preso!!! :-)


IN ATTESA...
(by DieMme)

Aspetto con ansia che scriviate qualcosa.
Aspetto con ansia, perché sarei voluta esserci, ma non c'ero.

Sarei voluta esserci, perché in questi mesi ho seguito, attraverso i racconti di Brandy, le prove, le emozioni, la vostra comunione non solo di voci, e anche in quei momenti sarei voluta essere con voi.
Ora aspetto che mi raccontiate, aspetto di poter vivere attraverso di voi che c'eravate questa esperienza che così tanto ha dato a voi, e così tanto a chi vi ha ascoltato.

A voi la tastiera, Prato Gospel School!

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NUVOLE E SOLE (by Lilla)

Oh, Fabio…….!! Dovresti saperlo: se non scrivo.. è perché devo ancora digerire qualcosa che non va’ giù.

Il concerto.. già, IL concerto.
Io l’ho vissuto in maniera davvero strana. Sono arrivata in chiesa con già un peso sul cuore: io e Bj avevamo litigato ancora una volta, i soliti motivi degli ultimi tempi. E già sentivo come sarebbe andata a finire: infatti, poi , lui non è venuto.

Le ore di prove le ho passate come in un altro mondo: ho cercato di concentrarmi, di stare attenta alle variazioni da fare, in particolare sulle canzoni che per 4 anni ho eseguitoin modo diverso…. E vedevo voi tutti, eccitati, felici, contenti, che vi facevate forza e coraggio, che ridevate… ed io con voi, certo. Ma la nuvola persisteva. E per far finta che non esistesse, cosa meglio di impegnarsi a fondo, di dirigere la voce ed il fiato nel modo più giusto, di godere nell’ascoltarmi fare quei falsetti che non mi sarei mai aspettata di emettere…

E quindi come puoi pensare che mi sentissi, quando, tornata inchiesa, sapevo con certezza che BJ non sarebbe venuto? Ecco come ho vissuto il concerto: con un’aspettativa, che regolarmente non si è realizzata…

Però c’è stato qualcosa, e questo non lo posso scordare. Quando Leandro ci ha presi per mano, abbiamo rivolto una preghiera a Lui, e poi siamo entrati… improvvisamente… come dire? Forse l’animale da palcoscenico si è impossessato di me… o forse, finalmente, ho sentito l’emozione, quella vera, quella forte, quella che nasce ogni volta che condivido QUELLA esperienza: cantare. E quel magnifico NEVER ALONE, un altro “Lilla’s anthem”, un altro modo di farmi sapere che Lui troverà un modo per farmi capire ed imparare e migliorare ed amare nel modo più giusto… e l’Amazing Grace, che sale (e la sbaglio sempre) seza cura, senza regola, ma che ti prende lo stomaco e ti fa quasi urlare WHAT A JOY DIVINE, LEANING ON THE EVERLASTIN ARMS!!! E tutte le altre, certo, ma come dimenticarsi dela faccia soddisfatto del coach, delle lacrime della Mascotte, delle risate del pubblico (anceh delle arricciate di naso di chi sappiamo NOI), e del calore provato a stare TUTTI insieme con lo stesso scopo?

E poi via: voi a mangiare tutti insieme, a condividere la gioia. Io a risolvere i miei guai. Risolti, ovvio, qualche dubbio che io non riesca a trovare i compromessi? Solo che.. a volte.. le nuvole sono così spesse… che è proprio difficile sentire il calore di QUEL raggio di sole…eppure lo vedi, eppure ne senti il profumo… e solo quando capisci di non averne goduto appieno, ecco, arriva il cd.. e senti che quando la musica viene dal cuore non c’è nuvola che tenga, il risultato è un calore ed un abbraccio che non si può scordare!

Grazie, PGS!!!
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IL RACCONTO DI PAOLA

E via...e si ritorna alla sera di Pasqua..al nostro debutto!!! io sono superemozionata..ma siamo tutti insieme, ci prendiamo per mano e preghiamo l'unica persona in grado di guidare le nostre voci ed i nostri cuori!!

Incredibile come certe canzoni che mai sono riuscita a prendere alla prima...mi vengano cosi' facilmente, quasi senza forzare niente...

Spero che questa sia solo la prima di una lunga serie di emozioni cosi'!!!

Lo sguardo, con quella gioia quasi incontenibile del "coach" dà una grande forza : allora qualcosa di buono riusciamo a farlo!!

Ma si che lo facciamo!!! Solo il fatto di riuscire a trasmettere ad altri queste bellissime parole, che ti guidano anche nei momenti piu' difficili, quando, come dice Lilla, le nuvole si addensano... Io lo so...tutti lo sappiamo: c'é sempre quel raggio di sole che con una forza incredibile, incontrollabile, riesce a passare anche dalle nubi piu' dense e riesce a farci sorridere guardandoci l'un con l'altro, mentre, avendo il coraggio di prenderci per mano, quando pochi riescono a farlo senza prima controllare di avere accanto la persona "giusta"...e insieme gridare: NEVER ALONE...I DON0T HAVE TO WORRY 'CAUSE...I'M NEVER ALONE!!!

Grazie a tutti
Paola

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IL POST DELL'YLE

Caro il mio Brandy…ormai è una settimana che l’abbozzo di questo post giace nella mia cartella ben nascosto e al riparo da occhi indiscreti e non sai cosa mi costa riuscire a inviartelo e poi vedere che quello che rimaneva chiuso dentro di me con doppio lucchetto diventa di “dominio pubblico”.
Però, anche se magari non ci so fare con le parole tanto quanto te (che riesci a esprimere quello che tutti noi siamo sempre riusciti solo a pensare) credo che ti possa far piacere vedere che qualcuno ha apprezzato la tua iniziativa (che a me è sembrata davvero ganza!!!). Sai, mi ci vorrebbe un altro post solo per spiegarti perché non vorrei pubblicare questo…e quindi sorvolo e incollo direttamente tutta quella parte di post che era in giacenza da quando hai proposto “A voi la tastiera” e torniamo quindi a più di una settimana fa………..
Se devo dire la verità questo è il primo vero post che faccio…ci voleva proprio una cosa grande su cui scrivere per convincermi a farne uno! Però quando ho visto il tuo messaggio ho pensato subito che lo dovevo fare…e infatti sto scrivendo adesso che il mio orologio segna
inesorabile la mezzanotte passata e la mia sveglia non si sposta dalle 6 in punto. Ma basta parlare di me…anche perché…tutti i lunedì sera e ogni volta che stiamo insieme noi della Prato Gospel School, non c’è un me, un te, un lui o un lei ma c’è solo un unico grande e gigantesco NOI. E non puoi fare a meno di sentirti così, non puoi schivare quel senso di unione né con la diffidenza né con lo scetticismo…perché non ci sono armi più potenti di questa... È inevitabile. Anche se non volessi, saresti comunque avvolto da quell’abbraccio di cui tu tante volte hai parlato tu e che io personalmente credo sia il modo che ha il nostro Signore per farci sentire che anche a lui piace quello che stiamo facendo…(e anche parecchio!!)
Altrimenti non riuscirei a trovare (o forse neanche vorrei) una soluzione razionale a quella sensazione di pace, gioia, vita che si sparge nell’aria quando il PGS è insieme….e sto parlando del concerto tanto quanto che del lunedì…
Certo è che….il concerto è stato proprio una bomba…...ma almeno da parte mia il bello è stato che non sembrava nemmeno di essere ad esibirsi davanti ad un pubblico. Stavamo cantando, ballando, gioendo, ci stavamo emozionando, commuovendo e stavamo ridendo non per quella cosa piuttosto banale (ma che ora va molto di moda ) che è lo show….tutto quello che facevamo lo facevamo INSIEME e credo in gran parte per rendere il favore a qualcuno di molto più grande di noi, che ci ha dato la possibilità di fare quello che abbiamo fatto. E questo è, secondo il mio piccolo punto di vista quello che ha fatto la differenza…
Da quando ho cominciato a cantare io, ho fatto presto conoscenza (quasi amicizia) con il Gospel,ma credo di essere riuscita a capirlo davvero solo da quando conosco tutti voi e “canto- prego” con tutti voi…e quindi da una parte vi ringrazio perché ho capito tante cose e so che tante mi restano ancora da capire…
Ragazzi siamo mitici!!!
Non mi resta altro che aspettare intrepida il nostro prossimo concerto sperando di poter far capire sempre a più persone che noi non vogliamo nulla di che, ma solo trasmettere un po’ di tutta quella felicità ed energia che da noi…come si direbbe in toscana…straborda!!!
Vi saluto…e anche se un po’ a fatica ringrazio Brandy per questo spazio che mi ha concesso…
Ciao a tutti

-Y-
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COMUNIONE. (by the Coach)

Quanto costa mettersi a faccia a faccia con sé stessi ? Lo abbiamo assaggiato un pochino ieri sera. Un prezzo alto…molto alto…molto altissimo.
Questo post non doveva esistere per rimanere coerente con me stesso: non condivido me stesso con gli altri…non mi interessa…chi mi vuole bene mi cerca, ed allora mi apro…cosa mi interessa di parlare di me agli altri di mia spontanea volontà ?
E poi arriva un post, uno di quelli sentiti, di quelli che proprio non ti immagini, dalla persona che forse mettevi in discussione…e tutto si illumina…tutto trova il suo posto in mezzo a tutto quello che comunque era già lì, a portata di cuore…alla distanza di poche parole che non hai comunque il coraggio di dire.
Devo essere sincero…l’idea di Fabio è stata veramente geniale e per questo lo ringrazio, però io l’avevo letta per quello che c’era scritto: “A voi la tastiera”…infatti proprio a VOI…io me ne ero tirato fuori per i motivi già detti. E poi un post tra capo e collo ah ah ah J ed allora capisci che non ci sono motivi per porre un muro, ma che siamo in tanti dallo stesso lato del muro (alla faccia di chi non ci vuole bene)…perché è questo il segreto del PGS…ci vogliamo bene e tanto.
Mai lo avrei immaginato 6 mesi fa…credevo di dover solo insegnare…insomma è una scuola e credevo che quello sarebbe rimasto ed invce… è nata una vera e propria Comunione. Esatto questo per me è la scuola: la mia Comunione settimanale, con tutti voi e con il nostro Signore che tanto ci ama e ci benedice in questa avventura.
Bellissimo quello che ha detto la Paola…noi ci prendiamo per mano senza guardare a chi siamo accanto e questa è vera Comunione per me. Nessuna differenza tra noi che siamo tutti Figli nella stessa maniera (we’re all a part of God’s body). Le canzoni sono il mio modo di parlare di me agli altri, a me stesso ed a Lui…penso che si sia intuito, ed è per questo che ci tengo tanto a che riusciamo a farle in un certo modo e per lo stesso motivo vi ringrazio dal profondo del cuore per la fiducia che mi date e l’abbandono che avete nei miei confronti perché spesso di questo si tratta... l’abbandono ah ah ah !!!!!!!!! Lo faccio sempre prima di ogni concerto…gli altri a dire merda merda merda ed io da solo come uno scemo a dire: “Signore cerca di parlare attraverso la mia voce, se non parli tu io non ho nulla da dire” (non sono un cristiano praticante modello e credo si sia capito…non parlo mai del vangelo etc etc. perché sono abbastanza ignorante).
Questo è ciò che dico ogni volta ma stavolta tenevo per mano il mio gruppo e non ho chiesto di parlare attraverso la mia voce, ma attraverso la NOSTRA e lui come un fiume è passato ovunque non c’era una diga…già…e forse anche dove c’era ih ih J
Per me il concerto è stato il completamento del percorso che abbiamo iniziato insieme, un’occasione di gioire insieme della nostra amicizia e della benedizione che Dio ci ha concesso oltre ovviamente a ripagare l’impegno che ci avete messo in questi mesi. E’ stato un modo per fare Comunione anche con chi di noi sapeva poco e niente. Tutti hanno partecipato col cuore a quello che abbiamo cantato…è stato abbattuto anche il muro della lingua…come possono le vecchine piangere se non capiscono cosa diciamo? ? ? Io non lo so ma è successo.
I brani al posto giusto, i movimenti al posto giusto (con gli errori da debutto che mio malgrado ci stanno ah ah ah)…. quelli che di Lunedì sembravano limiti invalicabili però sono stati scavalcati al volo e poi……..poi 3 parole di una bambina…3 parole da bambina…ma che dico ? ? 3 parole da adulta e da persona che forse ha capito più di molti adulti seduti sulle panche…e poi lacrime, gioia, emozione, tensione perché anche quella era bella presente.
Questo spero sia il messaggio che continueremo a portare: un messaggio di gioia e di Comunione.
Per cui vi ringrazio nuovamente col cuore, che ormai è a cielo aperto, e ringrazio il Signore per il regalo che mi/ci ha fatto.

Un abbraccio dal Coach

PS: Suggerisco di cambiare il titolo in “A NOI la tastiera” ih ih ih !!!!
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IL DINOSAURO (by Fabio)

Oddio, è proprio difficile scrivere questo post!
Magari uno si illude che il passare del tempo aiuti, Che la carne viva riesca nuovamente a proteggersi, ad allentare la sensibilità, ma non è così. E' come se la ferita (se di ferita si tratta) fosse tenuta aperta, viva, e la medicina del tempo ancora fosse inutile, o quasi dannosa.
Perche' sento dentro di me che continuamente nuova legna viene portata per il falo', che il tempo del cuore viene sempre accelerato, e leggi parole che soffiano sulla fiamma... ma cosa importa, ormai non è più tempo per la paura di bruciarsi....

E' una storia strana, proprio strana, nella quale pensi di essere una specie in via di estinzione, una specie di dinosauro che si lascia scivolare verso l'ultima glaciazione, e sai che a questo non c'e' rimedio. Quelli come te, ormai, non sai più riconoscerli, tanto che pensi di essere l'ultimo della tua specie, come uno scherzo del destino, un relitto vagante in un mare che non riconosci, che non hai mai navigato.

Tutti sicuri, intorno a te, tutti col motore acceso e il serbatoio pieno, tutti con le vele spiegate, e l'àncora venduta al banco dei pegni, che non serve a nessuno. Tutti sicuri, intorno a te, di quello che verrà, sicuri che sopravviveranno al domani, anzi, vinceranno il tempo, lo faranno loro servo.
A te è rimasto solo di aggrapparti al primo scoglio che trovi, anche se pare inadatto. Non puoi permetterti di meglio. Inutile che tu stia a discutere se l'avresti voluto orientato in un modo o nell'altro, inutile.
......
Sullo scoglio,. che si chiama Prato Gospel School, non sei solo. Piano piano te ne rendi conto, devi darne atto. Non sei solo. E piano piano ti accorgi che devi dividere con altri quello che il Mare ti mette a disposizione, quello che portano le onde, cio' che, come te, sta aggrappato con tutte le proprie forze a questo scoglio... a questa casa.

E succede, succede che ad un tratto te, che ti sentivi così diverso, così perduto - e per questo così speciale - senti dire dai tuoi vicini di sorte parole che tu stesso avresti voluto dire...parole che pensavi di aver solo cantato, con loro, o forse ti sentivi così superiore, così diverso, come se tu solo fossi fatto di carne, e gli altri di pietra, come se tu solo sentissi il fuoco, e gli altri il gelo.
... Ma siamo tutti immersi nello stesso Mare, e questa è l'unica cosa che conta, Mare che è vita, forza, salvezza.

Quando non te lo aspetti poche brevi chiare parole, e tu sai che le hai anche cantate, ma forse non le hai mai dette, non le hai mai sentite come la tua àncora, la tua salvezza, la tua speranza appena nata.

"I need you, you need me.
We're all a part of God's body.
Stand with me, agree with me.
We're all a part of God's body.

It is his will, that every need be supplied.
You are important to me, I need you to survive.
You are important to me, I need you to survive.

I pray for you, You pray for me.
I love you, I need you to survive.
I won't harm you with words from my mouth.
I love you, I need you to survive.

It is his will, that every need be supplied.
You are important to me, I need you to survive.

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....Non devi nemmeno perdere tempo ad asciugarti gli occhi... magari è stato solo uno spruzzo di un'onda un po' più forte, solo acqua salata.

Grazie, grazie davvero Prato Gospel School.
Fabio

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STRADE E MOTIVI DIVERSI…… UN’ANIMA SOLA…. (by Arianna)

Come si fa, anzi come faccio….sembrerà strano ma sono in difficoltà nello scrivere ciò che ho dentro riguardo a questo concerto, perché per quanto mi possa sforzare nessuna parola nero su bianco, potrà mai esprimere nella sua completezza tutto ciò che in quella sera ho provato. Per questo sono stata così ritardataria nel fare il post!!Chiedo umilmente perdonoJ

Però prima di parlare del concerto voglio partire da un po’ prima…. Da quando ho deciso di entrare a far parte del PGS e devo dire che si è rivelata una delle decisioni migliori della mia vita… io sono sempre stata molto + che timida nell’ emettere la mia voce, l’ho sempre fatto per conto mio come chiunque può fare sotto la doccia, ma mai e dico mai in presenza di altri, o se lo facevo con un volume rasoterra. Il cugino una volta mi propose di provare a cantare perché con il canto si esprime ciò che si ha dentro, sapeva che non lo avrei fatto tanto facilmente così mi disse “vabbè dai se un giorno aprirò una scuola verrai” e io molto ingenuamente e convinta che non lo avrebbe mai fatto gli dissi SI!!!1 anno dopo il momento era arrivato, la scuola era reale e io…ho affrontato la paura e ho detto si!!! Questo SI mi ha portato da molte parti che mai avrei immaginato…. Ho scoperto che questo coro è arrivato come la manna dal cielo, per molti di noi è capitato in un momento particolare della vita, dove ce ne era assoluto bisogno e come un razzo ti ha sparato dritto dritto verso l’alto, vicino al signore e nel pieno della gioia, quella gioia così particolare che ti fa sentire sempre grato e fortunato e che ti apre il cuore. Ognuno di noi è arrivato al PGS per motivi diversi, ma quando ci ritroviamo tutti insieme a cantare i nostri cuori battono all’unisono, siamo un’anima sola e si sente!!!è straordinario vedere quanto ci vogliamo bene, quanto ci fidiamo gli uni degli altri e quanta forza ci diamo!tutti uguali, tutti sullo stesso piano, niente giudizi ma solo consigli, niente gelosie ma solo una grande famiglia. Famiglia ecco un altro punto dove sono grata al PGS…era tutta una vita che speravo, che sentivo dentro di me la voglia della famiglia riunita e la musica, il signore, ha fatto anche questo, io e i miei cuginetti dopo tanti anni siamo di nuovo insieme, ci siamo ritrovati e sono troppo felice perché gli voglio troppo bene. Ci siamo persi tanto in tutto questo tempo, ma è bello sapere che questo coro ci sta dando la possibilità di recuperare! Il Signore ci accompagna sempre in ogni momento della vita perché quando pensi di essere proprio affondato nella m…. all’improvviso dal nulla spunta fuori una ancora di salvezza!spero che il PGS possa sempre trasmettere alle persone che sono al di fuori a sentirci, tutte queste emozioni perché durante il concerto anche loro fanno parte della nostra famiglia…noi vogliamo solo cantare per il signore e magari rendere partecipi di questa gioia il maggior numero di persone possibile!!Per quanto riguarda il concerto-debutto posso solo dire che io e il cugino il giorno prima abbiamo fatto una cena insieme e ovviamente la nostra discussione è finita sul debutto e solo nel parlare di questo, ci son venuti i brividi e quasi ci siamo commossi, presi da un’improvvisa voglia di cantare!!il grande giorno sembrava non arrivare mai, ma una volta lì, finalmente l’ esplosione c’è stata!!!stupendo vedere la reazione delle persone che hanno capito lo spirito del concerto e stupendo vedere noi tutti soddisfatti e increduli dei risultati…

Stupendo vedere lo sguardo del coach pieno di orgoglio e soddisfazione…

Stupendo sentire le parole di una bambina che con una semplicità devastante ha abbattuto con 2 parole tutte le muraglie che gli adulti si costruiscono intorno al cuore… Stupendi noi che come un’anima sola abbiamo preso il volo e mi sa che qui non si torna + indietro… Grazie di tutto….

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QUELLO CHE VOLEVO DIRE (by Giada)

E' stato molto emozionante e mi sono divertita tanto!!!
Alla fine mi sono commossa un po'.... Mi sono divertita tanto da rifarlo mille volte.
Tutti sono molto simpatici e gli voglio tanto bene a tutti!

venerdì 24 aprile 2009

12 giorni dopo

Vorrei riuscire a riprendere il discorso sul concerto di pasqua della Prato Gospel School, vorrei tentare un discorso più razionale, più freddo, ma mi rendo conto che ancora, parlando con gli amici della scuola, o parlando in casa, il tema sia tutt'altro che freddo.
Dico la verità, chissenefrega, lasciamolo lì caldo, bollente. E' così che lo sentiamo.

In fondo non poteva essere diverso. Abbiamo lavorato per cinque mesi con impegno e costanza. Giusto che il risultato del lavoro sia prezioso per noi, al di la' della qualità oggettiva della nostra performance.
Parlando delle nostre lezioni, un po' di tempo fa (ormai un bel po' di tempo fa) dicevo più o meno "onde su, onde giù, siamo come spezzatino in mezzo al mare", volendo significare il metodo di lavoro del Coach: non c'e' tregua, non ci si ferma a chiacchierare, a meno che non sia assolutamente necessario. Interruzioni infinite, sulle singole parole, su ogni frase, intonazione, pronuncia, espressività. Se si cambia canzone non si dice nemmeno il titolo, il Coach suona e noi cantiamo. In fondo è semplice. Il Coach non si ferma mai.

Date queste premesse, e dato anche che il Coach - che si chiama sempre Leandro - è un tipino esigente, si può immaginare che ci fosse in giro un po' di tensione, quando abbiamo cominciato a sentir parlare del giorno di pasqua come data per il nostro debutto.
Un po' di tempo fa gli avevo chiesto, al Coach: "ma a noi non ce la fai cantare Total praise?" E, dico la verità, la risposta mi aveva fatto un po' male dentro: "voi non ce la fate, non siete pronti." Ma.... proprio a ridosso del concerto, forse un mese prima, forse meno, saltano di nuovo fuori un paio di brano di quelli che ci fanno tremare dentro, e uno stacco alla fine di uno di questi, quasi uno scherzo, Total praise si affaccia nella nostra vita di corsisti - coristi.
La difficoltà per noi era davvero notevole, e trovarci alla prova generale con questo brano inserito in scaletta non è che ci facesse sentire tranquilli, no, per niente.
Il nostro appuntamento era alle 18 la domenica di pasqua, per fare una prova, scaldare un po' la voce, mettersi calmi e concentrarsi su quello che dovevamo fare.
A me ha fatto uno strano effetto vedere di giorno il luogo che di notte ci è diventato tanto familiare, il bel giardino, gli alberi che nascondono la strada, una bella luce calda, la tranquillità, davvero. Sono andato fuori a fare due passi. E' dal giorno prima che sono completamente senza voce, di cantare non se ne parla proprio, c'e' solo il Coach che dice che non ci sono problemi, che potrò cantare....
Il fatto è che questo concerto per me è importante. Voglio vedere se è vero, se è come penso, se noi - il Coach e la Prato Gospel School - abbiamo qualcosa da dire, qualcosa da raccontare, un messaggio da trasmettere, oppure se abbiamo solo dei brani da eseguire. Perchè, se così fosse, ne sarei davvero deluso. Meglio prendere un disco, andarsene in mansarda, per chi ce l'ha, e ascoltarselo in santa pace.
Stare tre ore insieme, prima del concerto, ci fa bene. Chiacchieriamo, ci raccontiamo speranze e paure, ci incoraggiamo. La tensione sembra allentarsi e.... è già tempo di cantare.
Nel frattempo la voce è tornata, come promesso dal Coach, e già sono più allegro, solo per questo fatto. Posso cantare, canterò. Adesso.
Il nostro gruppo è diventato un bel gruppo davvero. Ci sentiamo forti, insieme, ma anche bisognosi gli uni degli altri, e questo ci da una forza diversa. Non abbiamo più paura. Io non ho più paura. Cominciamo a cantare, sentiamo il calore del nostro pubblico, e ne siamo riscaldati, rinfrancati. Siamo davvero tra amici, anche se, in fondo, posso dire di conoscere poche persone tra loro. Ma quello che si capisce è che noi siamo qui per loro, e loro per noi. E' questo che conta.
Cantiamo, e la gioia la sentiamo quasi solida dentro di noi, intorno a noi. Sentiamo continuamente il bisogno di dirci con piccoli gesti che siamo insieme, che è bello stare insieme, ci guardiamo, ci sorridiamo, e le preoccupazioni se ne vanno, grazie anche al Coach che è attento a non alzare la tensione, e scherza con noi, ogni tanto, o si complimenta... Sentiamo che anche lui è accanto a noi. Siamo felici, e cerchiamo di comunicare la nostra gioia agli altri, e pare che ci riusciamo, raccogliamo applausi entusiasti e capiamo che ce la stiamo facendo, che ce l'abbiamo fatta. Il Coach ogni tanto coinvolge la platea nel nostro spettacolo, fa cantare tutti, fa ballare tutti, ed è bello davvero, perchè siamo sempre meno soli. Quando arriviamo in fondo all' "amen" di Total praise capiamo che il messaggio è passato, che non abbiamo eseguito un bel niente, ma abbiamo cantato con tutto noi stessi, abbiamo raccontato con tutto noi stessi.
La Giada, la nostra piccolina della scuola, ci ricorda, e ricorda a tutti, che dopo tanti discorsi, tanto cantare conta una sola cosa: che siamo venuti nella Casa di Dio e che Lui non sta fuori dalle cose che facciamo nella Sua Casa.
....
La serata finisce al MalaStrana, il nostro pub preferito, dove siamo di casa. Stavolta occupiamo un'intera saletta, e non basta, siamo noi, i nostri amici, tutta la famiglia del Coach, addirittura la Giada, nonostante l'ora tarda, coi suoi genitori. Godiamo, è vero, dell'accoglienza del locale, semplice, rustico, adatto a noi, ma godiamo soprattutto del sentirci vicini, del poterci scambiare a caldo le nostre emozioni, i nostri commenti, poterci guardare negli occhi e dispiacersi soltanto di non riuscire, adesso, a parlare con tutti, ad ascoltare tutti. Mangiamo con calma, beviamo. I nostri occhi ridono. Chissà come siamo buffi a vederci da fuori? Uno sguardo col Coach, un sorriso, il suono delle parole si perde in mezzo alle parole di tutti.
Grazie Leandro, grazie Prato Gospel School.

My life/Total praise